Progetto Marguareis

Il progetto “DENTRO IL MARGUAREIS” ambiva sia ad aumentare l’estensione dei complessi carsici presenti sotto il M. Marguareis attraverso nuove esplorazioni, sia a divulgare, in forma organica e fruibile ad un ampio pubblico, le conoscenze acquisite.

Premessa

Il massiccio del M. Marguareis è situato nelle Alpi Liguri, al confine tra Francia, Liguria e Piemonte, e rappresenta l’estremità orientale della catena montuosa Argentera-Mercantour.
Questa montagna costituisce una delle zone più importanti e più frequentate nel contesto speleologico italiano ed internazionale.
Si tratta di oltre 60 km2 di territorio carsico, mediamente compreso tra i 1000 ed i 2000-2200 m sul livello del mare che, partendo dalla Cima del Ferà, passando per il Colle dei Signori, Punta Marguareis, si estende fino al Passo delle Saline ed alla dorsale del M. Mongioie in alta Val Tanaro.
Sotto questo massiccio montuoso ci sono molti km di gallerie naturali, che si concentrano in particolare nelle grotte che fanno capo al sistema carsico Marguareis – Piaggia Bella – Labassa – Foce.
Il complesso di Piaggia Bella, con oltre 43 km di sviluppo e quasi 1 km di profondità, è la principale cavità del sistema, ma ne esistono molte altre altrettanto interessanti, come Labassa (15 km di sviluppo per oltre 500 m di profondità) che è la naturale continuazione di Piaggia Bella, o il Complesso del Colle dei Signori (5 km di sviluppo per oltre 500 m di profondità, che rappresenta l’estremità più occidentale del sistema), e molte altre ancora, tutte potenzialmente collegate tra loro a formare uno dei sistemi carsici più estesi d’Europa.
Le esplorazioni condotte a partire dagli anni 50 da centinaia di speleologi (in particolare Piemontesi, Liguri, Francesi e molti altri provenienti da regioni diverse) hanno portato ad una buona conoscenza sia del carsismo di superficie che di quello profondo ma non hanno ancora portato al coronamento di un grande sogno: unire le principali grotte del sistema e, in particolare, collegare Piaggia Bella con Labassa.
I gruppi speleologici appartenenti all’Associazione Gruppi Speleologici Piemontesi, ed in particolare il Gruppo Speleologico Piemontese, hanno fornito un contributo fondamentale nello sviluppo della conoscenza di questa montagna. Conoscenza che è stata divulgata nel tempo attraverso varie pubblicazioni di settore (bollettini dei gruppi speleologici, periodici delle associazioni speleologiche Nazionali, etc.) mostre, incontri, congressi e specifici libri, pubblicati anche con il contributo della Regione Piemonte.
In questo contesto, passati oltre 11 anni dal lavoro che ha portato alla stesura della monografia sul Complesso di Piaggia Bella, è ormai maturo il tempo per riprendere ed ampliare quanto fatto allora.

Raccolta documentazione esistente

La raccolta della documentazione è stato il primo e fondamentale passo da svolgere in qualunque lavoro che abbia una minima finalità scientifica. Nel nostro caso si è trattato prevalentemente di raccogliere le pubblicazioni specialistiche legate all’argomento (speleologiche, geologiche, ambientali, etc.) nonché la cartografia tematica (carte topografiche, carte geologiche, i rilievi delle grotte conosciute, etc.).

In aggiunta a:

  • Una buona riserva di foto, in parte già scansite;
  • Tutti gli articoli (dal 1950 ad oggi) riguardanti il Marguareis in formato HTML;
  • Tutti i rilievi scansiti;
  • Grazie all’AGSP, una topografia 1:5000 nuova di zecca e MOLTO bella.

Posizionamento topografico delle grotte conosciute

Il secondo passo fondamentale per lo studio del fenomeno carsico sul M. Marguareis è stato il posizionamento topografico delle grotte conosciute. Questo significava sostanzialmente:

  • rilevare con strumenti topografici di precisione gli ingressi cavità;
  • verificare le parti di grotta topograficamente incerte attraverso nuovi rilievi speleologici;
  • ridisegnare le mappe speleologiche ed integrarle con la cartografia di superficie.

Il posizionamento di specifiche targhette identificative agli imbocchi delle principali cavità è risultato essere un ulteriore attività collaterale a margine di questa fase.
Per tre anni, abbiamo girato sul Marguareis con GPS e macchina foto.
L’obiettivo era di trovare TUTTE le grotte ma anche buchi, doline e qualsiasi altra cosa che sia stata pubblicata. Al termine del lavoro sono stati posizionati col GPS circa 800 buchi (grotte, grottine, fessure da scavare, ecc…) e quelli presenti nel catasto, ora hanno anche una bella targhetta con il numero catastale inciso.
Di ognuno di questi abbiamo le coordinate precise, alcune note caratteristiche (aria, litologia, ecc…) e la foto dell’ingresso.

Studio aerofotogrammetrico

Alcune delle più importanti grotte del M. Marguareis si trovano in parete e pertanto il loro corretto posizionamento nonché la completa comprensione del fenomeno carsico che le ha generate risulta estremamente difficile. In assenza di una buona cartografia che funga da riferimento quindi, “DENTRO IL MARGUAREIS”, tra i vari obiettivi, ha curato di effettuare uno studio fotogrammetrico delle principali pareti che compongono il massiccio montuoso.
Questo lavoro si potrà sviluppare attraverso l’effettuazione di riprese fotografiche da elicottero ed un successivo studio/restituzione cartografica.
In particolare sono state oggetto di indagine le pareti Nord del M. Marguareis, della Cima Saline e di Cian Ballaur.

L’idrologia sotterranea

Il riconoscimento di un unico sistema carsico per tutte le grotte comprese tra M. Marguareis, Pianballaur, Colle dei Signori e la Rocca del Ferà è avvenuto grazie agli studi idrogeologici portati avanti dagli speleologi che hanno operato in queste zone. Oggi abbiamo capito gli aspetti principali del drenaggio sotterraneo ma ci restano molti nodi a ci restano molti nodi irrisolti, in particolare: quali sono i limiti geografici del sistema carsico e quali sono le caratteristiche idrogeologiche dei sotto-sistemi in cui è suddiviso.
Per tentare di sciogliere questi nodi, si sono effettuati alcuni specifici studi: sono state compiute due colorazioni in Piaggia Bella. Con la prima il colorante versate nel Gaché é uscito dopo tre giorni dalla risorgenza dell’Ellero. Questo risultato ha, sorprendentemente, ristretto il bacino di assorbimento del complesso di Piaggia Bella. La seconda colorazione è stata fatta nel torrente del Solai, la speranza era che quest’acqua percorresse il “mitico” terzo collettore. Ovviamente ciò non è successo, il colorante é passato dopo tre giorni nella zona della Filologa. E’ stata inoltre colorata una grotta, Portugal 2000, del vicino sistema dell’Ellero. 12 ore dopo l’acqua nella sorgente dell’Ellero usciva colorata. Un altra colorazione é fallita a causa di una piena che ha eliminato i captori posizionati nelle sorgenti.

Esplorazioni all’interno del massiccio

Piaggia Bella e Labassa appartengono allo stesso sistema carsico ma nonostante le numerose ricerche, ad oggi non si conosce nessun passaggio transitabile che unisca queste due cavità: se congiunte, andrebbero a costituire la più lunga e profonda grotta d’Italia.
La possibilità di collegare Piaggia Bella con Labassa è stata dunque cercata attraverso il Buco delle Mastrelle, dal 2° ingresso di Labassa (Ombelico del Margua) e attraverso il nuovo e recente ingresso di PB, quello degli Sciacalli.

Le Esplorazioni svolte negli ultimi anni si sono concentrate soprattutto in Piaggia Bella e nella valle degli Omega.
Piaggia Bella ha “regalato” regolarmente chilometri di gallerie, mentre nella valle degli Omega è stata trovata la prosecuzione nei “Grassi Trichechi“. A -500 questa grotta incontra le gallerie che si postano per quasi un chilometro in direzione di Piaggia Bella (Zona Reseaux) con la quale i Trichechi sono stati recentemente conguinti.
Esternamente al progetto Marguareis, nella zona alta del Marguareis i Francesi del CM, hanno trovato la prosecuzione nella grotta “O-Freddo“. Hanno trovato 2 chilometri di grandi gallerie che si sviluppano parallelamente alle pareti e sembra che “vogliamo andare” nella zona del Navela. Questa zona “dovrebbe” far parte del bacino di assorbimente del Pesio, insomma, se le voci sono veritiere sta per essere determinato il confine tra i due grandi sistemi dei Piaggia Bella e del Cappa.
Analogamente alcuni gruppi liguri (GSI, GSBolz, e altri), hanno lavorato nella grande grotta di Labassa.

Un film sulla speleologia e gli speleologi del Marguareis

Su questo tema esistono alcuni vecchi video/film di tipo amatoriale che illustrano quello che era la speleologia sul M. Marguareis soprattutto negli anni settanta ed ottanta.
Grazie al lavoro di Andrea Gobetti e Fulvio Mariano è stato realizzato il film ‘L’ombra del tempo‘ che è stato presentato nella sala conferenza della GAM (Galleria di Arte Moderna) di Torino radunando oltre cinquecento spettatori (per lo più speleologi).

I risultati

A compimento della mole di lavoro svolto è stato realizzato un CD contenente tutti i dati raccolti relatovamente al sietma carsico della Foce comprendente i rilievi di tutte le grotte, la cartografia e tutti gli scritti pubblicati su ogni singola cavità. Farà seguito una monografia speleologica sul M. Marguareis.