Da grotte n. 147, Gennaio-Giugno 2007
di Alberto Gabutti. Foto di A. Eusebio, S. Filonzi e B. Vigna
Siamo a fine 2006, il prossimo anno la Capanna compie i 40 anni. Deve essere una festa, ma una bella festa, con tanta gente, non solo per il GSP ma per tutti quelli che hanno vissuto in Capanna parte della loro speleologia. Insomma una festassa!
Si parte subito alti, i dubbi sono molti ma la possibile partecipazione dei New Crolls con concerto “live in PB” scatena l’entusiasmo. La festa si farà! Ma quando? Un calcolo astrale sulla posizione della luna impone il 30 giugno – primo luglio.
E iniziano i preparativi: viene nominato il comitato organizzatore (Marcolino, Ube, Nicola, Lucido) e si inizia a pensare ai “contenuti”. E sì, perché vino e salame non bastano. Vogliamo usare questa opportunità per fare un po’ il punto su quello che è stata PB negli anni e magari pensare al futuro.
Vengono pensate delle proiezioni di foto e vecchi filmati da far vedere a ciclo continuo durante la festa. Gli argomenti sono “Storia della Capanna”, “I marguareisiani” e “Storia delle esplorazioni in PB”. Come nelle migliori organizzazioni, vengono designati i responsabili: Meo, Marcolino, Lucido e Nicola.
Per fortuna, “Schegge di Luce” prima e poi un paziente lavoro di archiviazione del materiale fotogratico da parte di Deborah, mettono le basi per raccogliere giga e giga di materiale che verrà poi selezionato in più riprese da Marcolino e Lucido e poi dato in pasto ai “creatori”. In più il Gobetti mette a disposizione delle vere chicche cinematogratiche che coprono gli anni ’70 e ’80. Giuliano, riaperto il baule dei suoi preziosissimi Super8, tira tuori “degli imperdibili”. Insomma ce n’è!
Ma non basta, c’è sempre il famoso “Lavoro sul Marguareis” nel cassetto. Il CD ROM con tutti i posizionamenti, articoli e rilievi è quasi pronto. Questa è l’occasione giusta per presentarlo. Nicola si impegna a finirlo e l’AGSP a sovvenzionare la stampa dei CD ROM.
Il venerdì sera inizia il tormentone del Lucido: “Festa alla capanna”. Non si perde riunione per parlarne e per iniziare ad immaginarsela. Risulta subito evidente che la logistica non sarà facile e poi quanta gente ci sarà? , dove la mettiamo? Cosa diamo da mangiare, da bere….
Viene nominato il comitato “Gias” composto da Donda e Marcos. Il loro compito è di pensare e realizzare un “Gias” degno dell’evento. Nel frattempo i New Crolls si trovano quasi settimanalmente per provare e preparano “Il concerto”.
Passa il tempo e risulta sempre più chiaro che l’aspetto economico non deve essere trascurato. Il tormentone del venerdì diventa: “Festa alla Capanna: Bilancio”. Le prime stime di bilancio fanno “pensare” e temere tracolli: 3000 euro di elicottero, 1500 euro di cibo e poi c’è il vino, i teloni per il gias…. Insomma il finale è sempre triste: è chiaro che si va a spendere molto di più di quanto si può incassare.
Nasce così il “Comitato Maglietta” (Deborah, Donda, Marcos) incaricati di realizzare una maglietta da vendere alla festa per autofinanziarsi. Le 300 magliette andranno letteralmente a ruba ed ora sono quasi un cult.
Ma non basta. Ci vuole la mamma, anzi il papà. Chiediamo aiuto alla AGSP che promette di pagare l’elicottero e la stampa dei CD fotografici più quello sul Margua. Così va meglio!. Facciamo i conti e vediamo che “bastano” 200 persone paganti per non finire sul lastrico. Paganti. Ma quanto?
Prezzo politico: voi ci date 10 euro, noi vi diamo da bere, da mangiare, i CD fotografici più quello sul Marguareis ed una bellissima festa… Però cosa ci facciamo con 200 persone se piove?
Il concerto “live in PB” viene portato fuori dalla grotta per motivi organizzativi. L’idea iniziale era di farlo in Sala Bianca ma dopo un’attenta valutazione si capisce che si sta parlando di fantascienza. È già complesso avere tutto quello che serve fuori, impensabile in grotta.
Il tempo stringe. Il Lucido continua a rompere e a “stimolare” chi si distrae. Siamo a quasi un mese e mezzo dalla festa. Vogliamo farci mancare il finale da brivido? Assolutamente no! Bene, Scatta il mese del delirio pre-festa.
Si inizia con il tormentone dei diritti di autore. Se fai dei CD con una base musicale e poi li dai ad una festa sei obbligato a pagare i diritti SIAE. “Ma figurati.. chi se ne frega!”. “No, se non li paghi finisci in galera. “
Questo è il pretesto. La realtà è che in gruppo l’aria non è buona. Ci sono divisioni, gente che non si parla e parrocchie occulte, tutte cose che la preparazione della Festa non riesce a superare ma solo a sopire, a rendere meno evidente ma non a seppellire..
Per una serie di incomprensioni, Nicola si dimette dall’organizzazione della festa e dal “comitato CD”, rimane a completare il progetto Marguareis. Una bella botta! Oltre che a perdere uno degli organizzatori, perdiamo anche la possibilità di “pubblicare” a gratis il CD fotografico con le proiezioni sulla storia della Capanna, la gente e le esplorazioni. Per fortuna Nicola porterà a termine la presentazione sulla storia delle esplorazioni, sicuramente la più bella delle tre. Per vostra info, le presentazioni sono ancora disperse negli HD di qualcuno e, nonostante le tante parole, non sono ancora state distribuite a chi le voleva.
Sul fronte gias, i “progettisti” si chiudono a riccio quando si cerca di capire che cosa stiano “pensando”. Alla fine viene presentato un futurista progetto 3D per un Gias enorme a forma di pipistrello, bello da vedere ma di difficile comprensione ai non addetti. Per impegni personali, il “comitato Gias” non potrà salire in Capanna i giorni prima della festa, si decide quindi di fare una prova di montaggio la settimana prima per evitare sorprese. La cosa verrà fatta a metà per la prevedibile mancanza di materiale. Risultato finale: il Gias della festa sarà “inventato” al momento utilizzando metà delle vele previste.
I New Crolls stanno preparando il concerto mettendocela tutta, la scaletta è lunghissima ed è chiaro fin dall’inizio che sarà un successo. Devono affittare della strumentazione per l’evento. Riusciamo a trovare 500 euro in AGSP. Ma la tensione diventa palpabile quando si “scopre” che gli strumenti vanno imballati per essere trasportati dall’elicottero. Anche in questo caso cercare di mettere ordine produce una ridda di reazioni, alcune delle quali poco edificanti. Per fortuna vince la ragione e il concerto dei New Crolls sarà veramente l’evento della festa.
Ci avviciniamo alla festa senza alcuni pezzi, con un po’ di musi lunghi e con la certezza che dobbiamo “mirare” a 200-250 partecipanti. Allora il problema diventa: quanto cibo? Quanto vino? E qui scatta la bravura di Fof: 100 chili di pane, 5 forme di toma, una cassa di peperoncino, patate, carote e cipolle come se piovesse e si mettono le basi per il “minestrone”, uno dei momenti più socializzanti e divertenti della festa. Per non parlare del vino: 350 litri potranno bastare?
Lunedì. Il meteo è incerto. Per il fine settimana non si sa, ma forse… Ecco, poteva succedere. Tutto a buca per una perturba e invece no, veniamo graziati con una settimana senza nuvole e vento.
Appuntamento mercoledì sera nel Maxazzino per caricare e portare tutto a Prato Nevoso per il volo del mattino. Una squadra raggiunge la capanna pronta per scaricare i 6 giri di elicottero necessari per trasportare il tutto. Siamo sulla strada del non ritorno. Ora si fa!
Delirio Gias. Siamo in una decina a cercare di capire: con in mano il foglio delle istruzioni guardiamo i paletti piantati per terra e cerchiamo di immaginare come agganciare il telone. I teli sono monumentali, per cucirli Laura ha passato i pomeriggi. Inizi ad aprirli e poi ti arrendi, no non è possibile che siano così enormi. E poi la paleria dov’è? Nasce uno dei momenti più divertenti della preparazione della festa. Spontaneamente si formano 3 squadre di montaggio Gias che si muovono in totale autonomia. La prima fa passare i tiranti negli anelli del telo, la seconda li toglie perché è meglio così. Intanto la terza è soffocata al centro dell’immenso telone e cerca di sollevarlo con un palo. Qualcuno si propone progettista e “modifica” il progetto originale, anzi poi si ravvede e vorrebbe riportarlo come prima ma nel frattempo qualcuno ha tagliato il telo e quindi bisogna farlo più piccolo…. Alle 6 di sera è montato! Una struttura tenuta su da due pali e tanti pietroni, adeguatamente aperta per opporre la massima vela, insomma … contiamo sul meteo!
Montiamo anche la sala proiezioni, un tendone verde oscurato con sacchi neri e ampia veranda. Un vero forno! ma fa il suo mestiere. È un brulicare di attività, gente che si muove, partecipa e contribuisce. Giampiero prima guarda il pavimento in legno del “suo” rifugio che viene riciclato in tavoli e poi partecipa anche lui, giù di martello a fare panche! Paolo e Remotino vengono letteralmente assorbiti nel vortice dell’impianto elettrico. Per tutta la festa correranno su e giù dietro ai generatori, cavi, faretti..
Sarona nella notte di venerdì ha già preso posto nell’ “Autogrill” che accoglierà chi sale dal colle dei Signori. Sarà uno degli ingredienti della festa: accogliere chi arriva al Corno di Mezza Via con vino e birra per far capire come gira questo fine settimana! Altri si aggiungeranno a presidiare il posto tappa che diventerà il biglietto da visita per la festa. In Capanna viene allestita la segreteria con Luisa alla cassa, Saretta e i Gobetti Boys alla reception. Le magliette sventolano dentro e fuori dalla capanna, un enorme foglio bianco raccoglie le firme di chi si iscrive. Sì, perché abbiamo deciso di non timbrare o etichettare: andiamo sulla parola, paghi e firmi.
Venerdì sera arrivano i primi. Iniziano le scommesse: “forse non superiamo i 150”, “ma no, fidati almeno 200”. Sabato mattina continuano gli arrivi. Partono le proiezioni, i primi litri di vino e si taglia una toma. Ti distrai un attimo, poi ti guardi attorno e vedi più gente. Anche le tende, “massimo 50 mi raccomando mi aveva detto il Parco”, aumentano. Nel primo pomeriggio parte il giro in PB guidato da Ube e il pellegrinaggio degli ingressi di Marsian aiutato da uno scalzo Gobetti. Entra in PB una marea di gente! E altri arrivano.
Siamo già in 200. Parte il bombolone di Pastis ed il mitico minestrone di Fof. Guardando le persone si percepisce il clima di festa e quanta gente si rivede! Bisogna tagliare le patate, e via si improvvisa una catena di montaggio della verdura. Verso l’ora di cena siamo quasi 300, il gias è pieno, c’è gente che continua a montare le tende, chi si saluta, quattro chiacchiere, un bicchierino, ma guarda chi si vede!…. birretta?
Intanto i New Crolls con dei volontari stanno preparando l’area concerto, montano le luci, le casse e provano il sound. Il trasporto è andato bene, la gente è “carica”. La location del concerto è sopra la Gola del Visconte in una piccola conca che guarda Caracas. Nuvole Zero. Si preannuncia una chicca.
Finito il minestrone e la cena comunitaria, si attende il buio. Ancora una mezz’oretta e si sale. Spontaneamente il popolo di PB si ammassa pronto a partire. Come in una gara viene dato il via e la marea si muove passando prima per il tendone cambusa dove vengono distribuite birre e cartoni di vino e poi salendo lungo il sentiero che porta verso la Gola del Visconte. Un fiume di tikke, invade il sentiero verso la conca del concerto. Se ti giri lo vedi che sale, se guardi in avanti vedi altre luci. Ma quanti siamo?
“Abisso Ferà / Campo interno a Piaggia Bella, Cuore di Pietra / Lavori alla Capanna…” e saranno 3 ore di musica indimenticabile! Ad un certo punto una stupenda luna piena spunta tra Caracas e il Balaur. La gente balla, ci si guarda: “fantastico” è l’unica cosa che viene in mente. Vicino a Donda, un Gecchele basculante dà il tempo al batterista, Z lo devono portare via di peso al decimo bis. Sax, voci, chitarre tutto “perfetto” e il pubblico continua ad applaudire e cantare.
Abbiamo spaccato!. Che concerto! Così ritorniamo verso la capanna in una notte serena di luna piena, una di quelle notti che il Margua sa dare.
In mattinata è previsto l’incontro con il Parco, che fino ad ora si è limitato alla burocrazia dei permessi arrivati letteralmente l’ultimo giorno utile. L’idea iniziale era un’altra: domenica mattina tavola rotonda sulla storia della capanna e delle esplorazioni in PB con molti ospiti illustri presenti sul territorio. Ma visto la presenza di alte cariche del Parco, abbiamo optato per un momento più ufficiale: il Parco incontra gli speleo. Due ore e la pratica viene archiviata: parole come al solito tante, per i fatti si vedrà.
Oramai la festa è finita e la gente inizia a partire già in tarda mattinata. Viene abbattuto il Gias, smontati i vari tendoni, reimballati gli strumenti, insomma si prepara il ritorno. Rimangono sul campo uno sterminio di chili di pane e circa 100 litri di vino.
Lunedì, tempo brutto, qualche goccia di pioggia. E l’elicottero? Arriva e con tre rotazioni verso Carnino portiamo giù tutto. Marsian parte in direzione Mastrelle per andare a presidiare con Massimo Sciandra la piazzola dell’elicottero in attesa dell’arrivo dei mezzi per caricare il materiale. Qualcuno rimarrà in capanna ancora qualche giorno, gli altri scendono, li attende un lungo giro prima di raggiungere Carnino.
È proprio finita. Alla fine, sforando ogni aspettativa, eravamo più di 300! L’organizzazione non è stata facile ma questo lo sapevamo fin dall’inizio. Il ricordo che ne rimane è più che positivo, una festa così non si era mai vista sul Margua e siamo anche riusciti ad evitare il tracollo finanziario!
Prima di partire saluto Marsian che è stato iperattivo per tutta la festa, non si è fermato un attimo. Lo ringrazio e lui mi risponde “dovere”.