Scritto da Enrico Lana
Nella seconda metà dell’800 vengono descritti alcuni fra i coleotteri trechini più specializzati delle Alpi occidentali: Doderotrechus ghilianii (Fairmaire, 1859) (Faggete di Crissolo) Duvalius carantii (Sella, 1874) (Sotterranei della Certosa di Pesio), Duvalius gentilei (Gestro, 1885) (PI120, Arma inferiore dei Grai), Agostinia launi (Gestro, 1892) (PI105, Grotta delle Camoscere) e altri artropodi fra i quali l’isopode Alpioniscus feneriensis (Parona, 1880) (PI2505, Buco della Bondaccia), il chilopode Lithobius scotophilus Latzel, 1887 (PI118, Caverna del Poggio), i diplopodi Plectogona angusta (Latzel, 1887) (PI120, Arma inferiore dei Grai) e Polydesmus troglobius Latzel, 1889 (PI108, Grotta di Bossea).
Nella prima metà del ’900, fra i coleotteri trechini: Doderotrechus crissolensis (Dodero, 1924) (Faggete di Crissolo) e Duvalius pecoudi Jeannel, 1937 (Colle di Carnino) e fra i coleotteri leptodirini: Archeoboldoria doderona (Jeannel, 1924) (Faggete di Oropa), Dellabeffaella roccae (Capra, 1924) (PI1501, Borna maggiore del Pugnetto), e Rondolinia adelinae (Jeannel, 1934) (PI2503, Grotta di Bercovei), oltre ad altri artropodi fra i quali il ragno Troglohyphantes pedemontanus (Gozo, 1908) e l’isopode Trichoniscus voltai Arcangeli, 1948 (entrambi della PI108, Grotta di Bossea).
Nel 1951 con la scoperta del leptodirino Parabathyscia dematteisi Ronchetti & Pavan, 1953, da parte di Giuseppe Dematteis, uno dei fondatori del Gruppo Speleologico Piemontese (G.S.P.), nella Grotta delle Fornaci di Rossana (PI1010, Grotta di Rossana) entra in ballo il GSP.
Nello stesso periodo vengono descritti i diplopodi Crossosoma cavernicola (Manfredi, 1951) (PI102, Ghiacciaia del Mondolé) e Plectogona sanfilippoi (Manfredi, 1956) delle Grotte del Caudano (PI121-122).
Negli anni ’60 del secolo scorso Augusto Vigna Taglianti (scomparso nel 2019), cuneese poi divenuto Professore di Zoologia ed Entomologia presso l’Università di Roma “Sapienza”, ha intensamente esplorato grotte nelle Alpi Marittime e Liguri, scoprendovi interessanti nuove entità. Nel 1982 ha pubblicato una sintesi delle conoscenze sui carabidi ipogei delle Alpi occidentali.
Nel 1963 Marziano Di Maio, un socio fondatore del GSP, durante una delle esplorazioni del Gruppo Speleologico Piemontese, scopre nelle profondità della Spluga della Preta (S. Anna di Alfaedo, Verona), un eccezionale trechino (a tutt’oggi il più grande al mondo) che viene descritto nel 1964 da G.M. Ghidini con il nome di Italaphaenops dimaioi.
Nel 1968 viene dato alle stampe da Antonio Martinotti, un altro dei soci fondatori del G.S.P., l’«Elenco sistematico e geografico della fauna cavernicola del Piemonte e della Valle d’Aosta», che riassume quanto pubblicato fino ad allora sulla fauna ipogea piemontese.
Dal 1969 e negli anni seguenti Angelo Morisi, del Gruppo speleologico Alpi Marittime, ha lavorato assiduamente nel Laboratorio sotterraneo della Grotta di Bossea, compiendo attive ricerche nel cuneese e scoprendo alcune entità biologiche specializzate alla vita sotterranea fra le quali il trechino Duvalius morisii Vigna Taglianti & Casale, 1973 (PI114, Tana del Forno), il ragno Typhlonesticus morisii (Brignoli, 1975) (Sotterranei di Vernante), la planaria Atrioplanaria morisii Benazzi & Gourbault, 1977 (PI112, Tana di San Luigi) e il diplopode Plectogona morisii (Strasser, 1975) (PI114, Tana del Forno).
Negli anni ’70 del secolo scorso Paolo Marcello Brignoli, grande e compianto aracnologo, descrive ragni “cavernicoli” delle Alpi occidentali, fra i quali Troglohyphantes vignai Brignoli, 1971 (PI1009, Buco di Valenza), Troglohyphantes nigraerosae Brignoli, 1971 (Colle dell’Arietta), Troglohyphantes konradi Brignoli, 1975 (Sotterranei di Vernante) e Cybaeus vignai Brignoli, 1977 (Sotterranei della Certosa di Pesio).
Sempre negli anni ’70 del secolo scorso il triestino Carlo Strasser descrive alcuni diplopodi sotterranei delle Alpi occidentali, fra i quali Plectogona vignai (Strasser, 1970) (PI1002, Grotta del Bandito) e Crossosoma casalei Strasser, 1979 (PI1068, Pozzo della Combetta).
A partire dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso Achille Casale ha cominciato la sua opera di studio dei coleotteri Carabidae e Leiodidae Cholevinae a livello mondiale, con particolare attenzione agli elementi sotterranei, dapprima come “amatore” (è di questo periodo la scoperta di Doderotrechus casalei Vigna Taglianti, 1969 nella PI1010, Grotta di Rossana), poi professionalmente in strutture museali e universitarie, soprattutto in Piemonte e Sardegna, ma pure in altre aree: in particolare nella Penisola Balcanica, culminate con la recente descrizione di un eccezionale trechino sotterraneo della Croazia: Velebitaphaenops giganteus Casale & Jalžić, 2012, secondo per dimensioni solo a Italaphaenops dimaioi Ghidini, 1964.
Dagli anni ’70 lo stesso Casale ha cominciato a riassumere in forma discorsiva sul Bollettino “Grotte” del nostro gruppo le ricerche da lui condotte sul territorio della regione e nel mondo; a partire dagli anni ’90 a lui si è unito in quest’opera Pier Mauro Giachino, suo allievo, collaboratore e collega dal 1980 presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, oggi specialista di coleotteri Cholevinae Leptodirini e Carabidae Anillina a livello mondiale, e poco dopo anche Enrico Lana (1992) ha fatto il corso di speleologia con il GSP e ha cominciato a collaborare con i primi due. Questi resoconti su “Grotte” continuano tuttora, per un periodo anche con l’apporto di Giuseppe Grafitti (Gruppo Speleologico Sassarese), infaticabile animatore delle biospeleologia in Sardegna; nel 2008 i tre autori piemontesi hanno riassunto il contenuto degli articoli fino allora comparsi in un lavoro presentato in occasione del XX Congresso Nazionale di Speleologia di Iglesias; più recentemente (2014-2019), altre persone hanno cominciato a collaborare alle ricerche e ai resoconti su “Grotte” (Michelangelo Chesta, Valentina Balestra).
Nel 1980 A. Casale descrive il trechino Doderotrechus ghilianii valpellicis e il leptodirino Dellabeffaella olmii della grotta Ghieisa d’la Tana (PI1538) in Val Pellice, e D. ghilianii sampoi di località limitrofe in ambiente sotterraneo superficiale.
Nel 1982 Augusto Vigna Taglianti ha pubblicato una sintesi delle conoscenze sui carabidi ipogei delle Alpi occidentali.
Nel 1985 viene pubblicata un’opera fondamentale per lo studio della fauna sotterranea della parte meridionale delle Alpi occidentali: «Fauna cavernicola delle Alpi Liguri» di Marco Bologna & Augusto Vigna Taglianti, preceduta da un contributo sintetico presentato al Congresso nazionale di Biogeografia del 1978 (Bologna & Vigna Taglianti, 1982).
Entrambi gli autori, piemontesi ma residenti a Roma nel ruolo di professori di Zoologia in due diverse Università, hanno iniziato dagli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, e poi continuato fino a tempi recenti le loro indagini sulla fauna sotterranea del Piemonte.
A partire dall’inizio degli anni ’90 del secolo scorso due degli scriventi, E.L. e P.M.G. (come “tutor”), hanno cominciato a collaborare e a svolgere ricerche nelle cavità ipogee delle Alpi occidentali sulla base di considerazioni sulla distribuzione geografica della fauna sotterranea; un primo risultato si è avuto con la scoperta di Canavesiella lanai Giachino, 1993 (PI1593, Grotta “La Custreta”) appartenente a un nuovo genere (attualmente il leptodirino più specializzato alla vita ipogea nelle Alpi occidentali).
A questa prima scoperta hanno fatto seguito un altro leptodirino, Archeoboldoria lanai Giachino & Vailati, 1997 (PI1605, Boira dal Salé) e altre più recenti fra le quali l’acaro Troglocheles lanai Zacharda, 2011 (PI1214, Grotta “Barôn Litrôn” e PI108, Grotta di Bossea), i trechini Duvalius lanai Casale & Giachino, 2010 (PI3015, Pozzo del Rospo) e Duvalius chestai Casale, Giachino & Lana, 2019 (PI599, Grotta Oggeri).
Nel 1999-2000 viene lavorato e pubblicato “Lontano dal Sole”, il primo documentario filmato sulla fauna ipogea del Cuneese a cura di Enrico Lana e Achille Casale, con la regia e le riprese di Gianni Valente e sotto l’egida del Museo regionale di Scienze naturali di Torino.
Nel 2001 viene dato alle stampe “Biospeleologia del Piemonte. Atlante fotografico sistematico” di Enrico Lana che riassume l’opera di documentazione iconografica della fauna sotterranea piemontese svolta nel decennio precedente.
Nel 2004 viene pubblicato il «Dizionario italiano di Speleologia» a cura di Carlo Balbiano, Achille Casale, Enrico Lana e Giuliano Villa (tutti soci GSP) con un consistente contenuto di carattere biospeleologico.
È del 2005 «Ragni cavernicoli del Piemonte e della Valle d’Aosta», del quale Enrico Lana è coautore insieme al compianto aracnologo Claudio Arnò.
Nel 2008 e 2010 gli aracnologi Marco Isaia e Paolo Pantini descrivono Troglohyphantes bornensis Isaia & Pantini, 2008 della Borna maggiore del Pugnetto (PI1501) e Troglohyphantes lanai Isaia & Pantini, 2010 delle grotte del Monte Fenera (PI2505, Buco della Bondaccia, PI2507, Ciota Ciara, PI2509, Grotta delle Arenarie, PI1040, Pozzo delle Radici, PI1041, Böcc d’la Mocia, PI2567, Pozzo di San Quirico e altre 2 cavità minori).
Nel 2011 è stato pubblicato «Aracnidi sotterranei delle Alpi Occidentali italiane», frutto della collaborazione di Enrico Lana con Marco Isaia, Paolo Pantini e altri aracnologi italiani ed europei.
Negli anni 2011-2013 Enrico Lana ha collaborato con Mauro Rampini e altri ortotterologi dell’Università di Roma per ridefinire le popolazioni di cavallette ipogee piemontesi e liguri appartenenti al genere Dolichopoda. L’esame del DNA ha evidenziato che in Piemonte non è presente D. ligustica Baccetti & Capra, 1959, ma popolazioni di D. azami Saulcy, 1893, specie descritta della Grotte des Chauves-souris (Chateaudouble, Var, Francia).
Nel 2014 sono state descritte due nuove specie appartenenti ai Palpigradi, piccoli aracnidi ipogei considerati rarissimi e quasi mitici: Eukoenenia lanai Christian, 2014 delle miniere di Monfieis in Valle Stura di Demonte ed E. roscia Christian, 2014 della Grotta di Rossana (PI1010).
Da porre in risalto il recente studio sulle popolazioni piemontesi di ragni del genere Pimoa che, sulla base di considerazioni sull’estensione delle ultime glaciazioni e con l’esame del DNA, ha permesso di discernere due nuove specie (P. graphitica Mammola, Hormiga & Isaia, 2016 (Miniere della Val Chisone e Germanasca) e P. delphinica Mammola, Hormiga & Isaia, 2016) (Sotterranei e grotte della Valle Varaita) che si aggiungono a P. rupicola (Simon, 1884), diffusa in grotte delle Alpi Marittime e Liguri.
Nel 2015 Giulio Gardini di Genova ha effettuato una revisione degli pseudoscorpioni piemontesi appartenenti al genere Pseudoblothrus sulla base di ricerche svolte da Enrico Lana e Michelangelo Chesta.
Nel 2016 viene pubblicato “Le grotte del Monte Fenera e la loro fauna” di Enrico Lana e Renato Sella, lavoro che fa il punto sulle ricerche faunistiche e speleologiche svolte dagli autori nelle oltre 80 cavità di questo monte peculiare della Valsesia.
Recenti approfondimenti delle ricerche da parte di Enrico Lana nell’Ambiente Sotterraneo Superficiale prossimo agli ingressi delle cavità ipogee hanno dato buoni risultati per quanto riguarda gli Acari Rhagidiidae, i coleotteri Pselaphinae e Leptodirini, così come le indagini su altri gruppi in precedenza trascurati quali crostacei Niphargidae e Asellidae acquatici. In particolare, le ricerche intorno alla presenza dei coleotteri pselafini negli ambienti di transizione fra ipogeo ed epigeo (ingressi di grotte e miniere soffianti, fratture delle rocce collegate a cavità sotterranee) hanno permesso di campionare centinaia di esemplari di oltre 30 specie diverse e di scoprire nuove entità e popolazioni in cavità di bassa e alta quota (2012-2016). Alcuni risultati sono già stati pubblicati da Roberto Poggi, ex direttore e attualmente conservatore onorario del Museo civico di Storia naturale di Genova, come la presenza di Xenobythus serullazi in Valle Stura di Demonte, genere nuovo per l’Italia e la “Revisione degli Amauropini del Piemonte”, con l’elevazione a livello di specie di Paramaurops vesulanus e la descrizione di P. lanai (PI1757, Borna del Servais C). Nel recentissimo lavoro “Su alcuni Bythinini del Piemonte con descrizione di due nuove specie (Coleoptera Staphylinidae Pselaphinae)” sono descritti Tychobythinus eludens Poggi, 2019 (PI1010, Grotta di Rossana e PI108, Grotta di Bossea) e Bryaxis lanai Poggi, 2019 (PI1315, Buco del Partigiano di Roccabruna).
Nel 2019 è stato pubblicato un compendio delle ricerche svolte (2016-2018) sul genere Eukoenenia nelle Alpi occidentali da Valentina Balestra ed Enrico Lana, lavoro di cui Achille Casale è coautore. È stata così sfatata la fama di estrema rarità di questi piccolissimi aracnidi appartenenti all’ordine dei Palpigradi.
Nel 2019 è stato pubblicato un contributo di Casale, Giachino e Lana che ha aggiornato la distribuzione del genere Duvalius (Carabidae, Trechini) in Piemonte e Liguria, nel quale vi è anche la descrizione di D. chestai (PI599, Grotta Oggeri) e D. gestroi cristianae (Miniere presso i Laghi Lavagnina).
A fine 2019 è stata pubblicata da P.M. Giachino e Dante Vailati una revisione di parte delle Bathysciola delle Alpi occidentali con la descrizione di 5 generi nuovi, cominciando così a mettere ordine in un gruppo di Leptodirini particolarmente complesso.
Nel giugno 2021 è stato pubblicato da Giulio Gardini di Genova un aggiornamento delle specie italiane di
Pseudoscorpioni appartenenti al genere Chthonius con la descrizione di 7 specie nuove, fra cui C. lanai di una
grotta della zona di Bernezzo, nel Piemonte meridionale.
Il testo e le immagini sopra riprodotti sono tratti dal seguente lavoro di cui sono autori tre soci del Gruppo Speleologico Piemontese:
LANA E., GIACHINO P.M., CASALE A., 2021 – Fauna Hypogaea Pedemontana. Grotte e ambienti sotterranei del Piemonte e della Valle d’Aosta. WBA Monographs 6, WBA Project Ed., Verona, 1044 pp.